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AL CHIARO DI LUNA - Tullia



Ero a scuola. Era l’ora di grammatica.

Non stavo ascoltando la lezione, non ci riuscivo. La mia testa stava navigando nei miei pensieri. Il mio sguardo era fisso fuori dalla finestra.

Tutto mi sembrava surreale. Ero piena di domande a cui potevo rispondere soltanto io.

“Lily, Lily!”. Era la mia professoressa di italiano.

Mi ero dimenticata di essere in classe. Cominciò a farmi una ramanzina. Non l’ascoltai. Per fortuna era la 5° ora e dopo 10 minuti sarei uscita.

Mi incamminai lentamente verso casa.

Per un attimo scordai di essere reale. Mi sentivo trasparente in mezzo all’ingorgo di persone.

Mi s’impigliò la manica della felpa su di un nodoso ramo.

Adesso ero di nuovo conoscente della mia tangibilità.

Cominciai a fissarmi il braccio, indossavo una felpa color pistacchio abbinata a dei jeans oversize. Quell’abbigliamento non mi donava.

Avevo una chioma corta e ondulata, corvina. Avevo chiari occhi verdi, verde muschio.

Un passo dopo l’altro arrivai a casa. I miei genitori erano al lavoro, come sempre.

Presi il coltello per tagliare le lasagne. Pure un piatto così buono poteva diventare triste se gustato in piena solitudine.

Durante tutto il pranzo continuavo a guardare il coltello. Mi attirava così tanto, ma non so il perché.

Fuori dalla finestra il cielo era grigio spento.

Mi sdraiai sul letto. Vicino a me c’era la mia gatta Lulù. Aveva un folto manto nero e due occhi azzurri simili a cristalli.

Chiusi gli occhi e tornai nel mio mondo pieno di domande senza risposte.

Le mie giornate erano monotone: scuola, casa, scuola, casa…

Non mi accorgevo neanche che i mesi passavano e mi ritrovai a giugno.

5 giugno 2018. La scuola stava per finire. Ero sollevata da questa notizia.

Finalmente le medie finivano, e a settembre sarei andata al liceo delle scienze umane.

Il mio più grande sogno era di diventare o una psicologa o un medico.

La mia estate non fu un granché. Non avevo amici e spesso uscivo da sola.

Mi vergognavo di andare al mare o in piscina perché per le persone ero “troppo magra”.

Cercavo disperatamente di ingrassare ma con scarsi risultati.

I giorni passavano ed era sempre la stessa routine quotidiana.

Una sera ero particolarmente triste. Senza un motivo.

Così indossai le mie cuffiette, misi la mia musica preferita ed uscii per fare una passeggiata.

Quella sera la Luna era crescente ed era particolarmente luminosa.

All’improvviso sentii una presenza. La strada era deserta ma vicino a me sentivo qualcuno.

Sentii una massa d’aria accarezzarmi dolcemente il viso.

Rimasi immobile. La presenza era ancora lì con me.

All’istante arrivò un potente temporale.

Un fulmine colpì la presenza. Essa svanì.

In quel preciso istante ebbi una fortissima fitta allo stomaco e mi addormentai.

Forse per sempre.

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© 2019 Lauretta Ricci

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