![](https://static.wixstatic.com/media/nsplsh_5646525458477731566a55~mv2_d_6293_4588_s_4_2.jpg/v1/fill/w_980,h_714,al_c,q_85,usm_0.66_1.00_0.01,enc_avif,quality_auto/nsplsh_5646525458477731566a55~mv2_d_6293_4588_s_4_2.jpg)
Il buio fuori dominava il bosco allegro, gelato. Sembro una tartaruga. mi appoggio sul freddo finestrino dell’auto di mio padre. Inizio a chiudere gli occhi lentamente come un bradipo stanco. Cado nel sonno. “zzzzzzzz…”.
“Svegliati, Youssef!” mi urla mio fratello Yassin nell’orecchio. “STA CALMO! sono sveglio… Ma perché l’hai fatto?” “ Sono le sette e mezza!” mi urlano Yassin e Nesrin, i miei fratelli.”OH MIO DIO! Dobbiamo correre!”. Dovevamo svegliarci alle sei ma quella sveglia maledetta e blu… Aspettate. Non mi sono presentato: sono Youssef, capelli castani e ricci, occhi marroni, corporatura normale, abbastanza alto, pelle rossa scuro, e non sono molto ordinato. mentre descrivo la mia famiglia, ma non vorrei annoiare il lettore. “Narra e descrivi!” mi disse la mia coscienza con una voce ruvida e forte. “ ok, ma non urlare più.” "OKAAY". Iniziammo a svegliare mia madre i cui capelli castani diventarono grigi. Ma sorella iniziò a correre tanto che i suoi capelli ricci, lunghi e marroni diventarono lisci per magia. I nostri occhi marroni diventarono pieni di luce da alimentare un faro. La testa piccola, rosa e con orecchie medie di mio fratello di 8 anni (ne ho altri due) colpì quella di mia sorella. Bonk! “ La pancia di mio fratello lo salverà dalla caduta” pensai. La casa era un po' in disordine: vestiti sui letti a castello, sui divani, sulla cucina piena di piatti pulita ed uno sopra la tv nera. Lasciammo la televisione momentaneamente aperta per mio fratello Younes, di 5 anni. Ci vestiamo in quel poco di disordine che c’era. Alla fine avevo messo una maglietta blu e pantaloncini da soldato. missi all’interno dello zaino : due libri, tra cui uno che iniziava con "Non so se l’ho già detto, ma sono strabravo con i videogiochi” tratto da - un diario di una schiappa - ; alcuni nerf piccoli e lisci; il mio taccuino (ovviamente) ed infine il mio telefono per non annoiarmi troppo mentre vedo l'ambiente esterno. Eravamo pronti. Iniziai a saltare, premere molte volte il bottone del ascensore ed a correre verso la macchina di mio padre ma poi smisi ed iniziai a lacrimare perché ci eravamo dimenticati le chiavi delle nostre automobili. Camminai verso la porta del palazzo esterna, aprii quella dell’appartamento e presi le lisci e puzzolenti chiavi.Di corsa, facendo cadere una folla d’aria, arrivai vicino alla piccola, grigia e liscia macchina di mia madre. Presi il telefono, accesi Fortnite e giocai per un po' con il mio amico Youssef (non io, ma lui, che ha 4 mesi in più). Intorno vedo il campo da basket, le panchine ed i giochi disponibili nel parco vicino al piazzale, il piccolo bar con sopra degli alloggiamenti, la piccola edicola, la pizzeria grande e profumata di pizza ed il piccolo e luminoso mercatino cinese. Stiamo passando vicino al Dechatlon. E’ gigante e … Con puzza di sudore ( visto che vicino c’è un campo da tennis. Vedo per un attimo fuori dal finestrino, visto che ero morto nel gioco. era tutto verde. Una brezza leggera ma forte mi avvolgeva il corpo. C’erano alberi alti e verdi , volatili colorati e profumati, orti pieni di verdure fresche, protette da alcuni spaventapasseri. Iniziai a lanciare il telefono perchèéavevamo, definitivamente, perso. Iniziai ad avere fame circa a metà viaggio. Quindi avevamo deciso di fermarci in un bar, così compravamo un pò di snacks. Presi delle lisce e gustose patatine ai ceci. Mentre le divoravo, osservavo il magnifico panorama: le montagne appuntite e grigie, i larghi campi d’ulivo, le gallerie luminose e le diverse abitazioni che c’erano attorno. Dopo aver finito di mangiare, risalimmo nelle nostre due macchine. riaccesi il telefono e feci la foto del panorama memorabile.Dopo ricordai la destinazione. Saltai come un coniglio che ho sbattuto la testa con il tettuccio della macchina. Toccai la mia piccola ferita sopra il capo ed esplosi come una bomba perché eravamo vicini a Roma. Il paesaggio era molto antico e classico: muretti richiamanti la storia della regione, molte foreste, città che emergono, alberi verdi purché fosse inverno… finalmente ci eravamo arrivati. Tutti eravamo pazzi (pure Ossama, mio fratello che ha sette mesi nel momento in cui sto scrivendo) e correvano a cercare un bar perché erano passate due ore dall’ultima pausa. “Perchè siamo passati dall’inverno all’estate?” pensai. Iniziai a sudare da essere una pizza in forno. camminai verso uno zombie lento ed assetato verso un bar. “Smettila” mi disse mia sorella Nesrin.
“Hai ragione” risposi. entrai dentro il bar piccolo e marrone. “AAHHH. finalmente! freschezza!” Dopo aver preso qualcosa di fresco, finito un libro ed aver aggiornato i passaporti, potevamo entrare a Roma. eravamo eccitati, Stavamo piangendo di gioia. Ma prima di tutto… KEBAB! Presi un kebab con insalata fresca, patatine fritte, ovviamente carne succosa e calda ed un po’ di salsa. Il sapore era perfetto e succoso. Poi partimmo per vedere un monumento molto importante: il gigante Colosseo. Ci fu un altro piccolo viaggio d’un'ora per arrivare. Il posto era pieno di traffico, strutture antiche e case abitate e la natura era stata sconfitta quasi completamente. Il Colosseo era davanti a me. C’era un parco verde ma piccolo vicino a codesto. Era colossale, lungo, rotondo, pieno di finestre e gradini all’interno e con odore di antico. Dopo aver visto altri monumenti “medi”, abbiamo preso dei souvenir: un aeroplanino blu che vola con lanciatore (la prima volta che lo provai feci canestro in un cestino ; un pezzo di vetro rettangolare con un materiale all’interno che ha la forma del Colosseo; ed un braccialetto con un elefante disegnato sopra. Aprii gli occhi e mi ritrovai che era finito il viaggio a Roma nel parcheggio di casa nostra.
Comments