top of page

IL DIFFICILE COMPITO DI DIVENTARE GRANDI - Massimiliano M.



Era il 9 giugno, una data che rappresentava la fine di un mio percorso di vita, di emozioni e di sentimenti provati tra i banchi di un’aula che mi ha visto crescere, che mi ha ascoltato ripetere mentre venivo interrogato, che mi ha visto scrivere mentre facevo le verifiche, che mi ha visto festeggiare i miei compleanni insieme ai miei compagni mentre gustavamo le pizzette al pomodoro e rosmarino, che ha toccato la mia felicità quando era il momento della ricreazione, che ha annusato la mia tristezza quando ha capito che l’avrei lasciata per andare in un’altra aula e mi sarei seduto in un altro banco. Quel giorno non è stato facile per me lasciare quell’aula, anche il mio cuore non accettava l’idea di abbandonarla, ricordo che batteva talmente forte come se dovesse fare una gara a tempo. Quella mattina guardavo con attenzione ogni dettaglio di quell’ambiente, i banchi grigi, le sedie di plastica verde e ferro nero, la grande cattedra con dietro la sedia della maestra, la lavagna a gessetti e quella elettronica, in alto il proiettore che sparava le immagini che tanto mi piaceva vedere, le due finestre coperte dalle tende oscuranti che fermavano il sole quando voleva per forza entrare, l’armadio che conteneva i miei lavori, il cestino che raccoglieva i miei tanti colori temperati, i termosifoni che molto spesso non funzionavano, le mura colorate che tenevano le cartine geografiche, la linea del tempo di storia, le regole matematiche e le regole della lingua italiana. Osservando ogni particolare i ricordi riaffioravano come un fiume in piena, mi tornava in mente quando io e i miei compagni giravamo intorno a quei banchi per giocare o per ballare; ascoltando il rumore delle mura mi sembrava di sentire le mie risate a una battuta scherzosa di un mio compagno.Vedevo le maestre molto emozionate, i miei compagni felici per la fine della scuola, ma dispiaciuti come me di lasciare il nostro mondo, quel mondo che avevo costruito con tanto impegno e tanta fatica. Pensavo: “ Cosa succederà da oggi? Come cambierà la mia vita?” La mia testa era piena di silenziose domande a cui non riuscivo a dare semplici risposte. Vedendomi assorto nei miei pensieri la maestra si avvicinò a me e mi chiese:” Massi a cosa stai pensando? Sei emozionato?” io con voce tremolante risposi:” più o meno…. Sono preoccupato per il nuovo percorso che mi aspetta e dispiaciuto di lasciare lei e tutte le altre maestre” Con indosso la mia mascherina, diventata purtroppo parte integrante del mio corpo, mi sono alzato e ho stretto forte a me lei che era stata la persona che più mi aveva capito. Io che non amavo mostrare i miei sentimenti e le mie sensazioni, le mie paure e le mie gioie, in quell’istante è stata un’azione che mi era uscita dal cuore di getto, era l’unico modo che il mio corpo aveva scelto per mostrarle tutto il mio affetto. Le ore passavano velocemente , dovevo concentrarmi per cantare una canzone preparata insieme ai miei amici da far ascoltare alle maestre, a conclusione di un viaggio intenso, impegnativo, emozionante, bello e ricco di tutte le soddisfazioni che mi aveva dato. Mentre stavo scendendo le scale, con il mio zaino, la mia borraccia e il mio cappellino, mi sono voltato indietro: ci tenevo a salutare tutto ciò che i miei occhi avevano conosciuto. Sapevo bene che anche le scale mi stavano dando un in bocca al lupo per tutte le mie esperienze future. Sceso nel piazzale, con il mio foglio in mano, dopo che la base della canzone era partita, ho iniziato a cantare, con una frizzante voce. Poi insieme ai miei compagni e alla maestra ho lanciato al cielo i palloncini colorati e sparato i coriandoli di carta. Mentre guardavo in alto e vedevo il mio palloncino allontanarsi, ho augurato a me stesso: “ Forza, metticela tutta, affronta le salite e si felice quando nel tuo cammino incontrerai le discese, si te stesso sempre”. In fondo la vita e la scuola sono questo, affrontare gli ostacoli ed essere felici per le vittorie che si ottengono, imparare più cose possibili; in fondo diventare grandi è uno dei tanti compiti difficili che la vita ci assegna da svolgere.

14 views1 comment

Recent Posts

See All

1 Comment


greta.visconti
greta.visconti
Apr 13, 2022

Bravo Massimiliano! Mi piace molto questo testo per tutta la sua ricchezza, sia lessicale che descrittiva e ti faccio tanti tanti complimenti !! Continua così, anzi...migliora ancora di più!!

Like

© 2019 Lauretta Ricci

bottom of page