top of page

IL MIO DIARIO DI VIAGGIO - Lorenzo P.



Diario di viaggio: data 7 luglio 2020, sto per andare all'aeroporto per avventurarmi chissà dove, ancora ci devo pensare.

Ops!!! Mi sono scordata di presentarmi!: ''Io sono Emily, una ragazzina di 12 che vuole esplorare il mondo, anche i posti più ignoti''.

Sono abbastanza alta, magrolina, occhi come l'acqua limpida di una sorgente e capelli color legna bruciacchiata.

È ora di fare i bagagli, dissi con aria entusiasta.

Presi dall'armadio i miei bagagli blu notte e mi misi a riempirla: ''Scarpe da trekking messe, tuta messa, t-shirt messa.

Ah giusto! come potevo dimenticare il mio amato diario, senza esso mi sarei sentita persa.

I miei non erano molto d'accordo all'idea che io stessi fuori casa da sola e senza il loro consenso; ma avevo già deciso, quindi aspettai la notte per uscire.

Ormai era ora di partire.

Aprii la porta cigolante di camera mia e mi diressi a quella dell'entrata di casa.

Le luci spente facevano sembrare casa mia un'ambientazione da horror.

Dato che l'aeroporto non era così lontano non ci volle molto per arrivare.

Davanti alla vetrata dell'aeroporto non c'era anima viva.

Le strade erano deserte.

Mi misi chiatta chiatta su una panchina a riposarmi guardando le luccicanti stelle che si divertivano su quel velo blu .

Il clacson di un'auto mi fece balzare di botto dalla panchina.

Fortunatamente mi ero svegliata perché l'aeroporto era aperto.

Mi alzai da lì, tutta indolenzita, il formicolio sui piedi mi impediva quasi di camminare.

Appena entrai rimasi a bocca aperta: era affollatissimo, non riuscivo più a capire dove poter vedere le destinazioni di oggi.

Dopo aver trovato la strada vidi delle ottime destinazioni: Galapagos, Hawai, ma quella che mi interessava di più era la Savana, quindi presi il biglietto di andata e ritorno.

Lasciai la mia valigia sul nastro trasportatore che l'avrebbe portata sul retro dell'aereo.

I conducenti aprirono le porte, a prima vista sembrava carino ma appena entrai mi venne da vomitare:

Era un porcile con la “P” maiuscola: briciole e bibite finite dappertutto.

Mi sedetti nel posto ''più pulito che c'era'' e scrissi nel mio taccuino:'' caro diario, l'aereo me lo immaginavo meglio, ma dopotutto ne sarà valsa la pena.

Senza neanche rendermene conto mi addormentai sull'aereo.

Appena atterrati mi svegliò il conducente dicendomi di scendere.

Il panorama attorno a me era mozzafiato: c'erano alberi con rami che si inerpicavano tra loro e mini pozzanghere dove le libellule stavano lì a fare chissà cosa.

Non era molto lontano l'albergo infatti ci vollero solo 5 minuti.

Appena arrivata la prima impressione non fu delle migliori. Piante secolari avevano avvolto l'edificio con le loro braccia nodose ma, come dico io; “mai giudicare il libro dalla copertina!”

Infatti avevo ragione, all'interno era decisamente meglio: il pavimento in marmo fresco, i lampadari di cristallo... ma ora voglio vedere com'è la mia stanza!

Carina!!! Letto a castello (il mio preferito), lenzuola appena lavate che profumavano di lavanda, e pareti appena verniciate, fantastico!

Aprii la mia valigia, sistemai tutto sull'armadio di legno e mi stesi sul letto perché ormai si era fatto tardi e non volevo uscire a quell'ora. Presi il mio amato compagno di viaggio e scrissi:'' caro diario, all'albergo darei 5 stelle perché è fantastico, domani sarà un gran giorno!

Ormai la notte era passata quindi mi attrezzai e andai all'esplorazione.

Camminai per centinaia e centinaia di metri finchè non vidi in lontananza una nube di polvere gigantesca, era un branco di elefanti grigi, con delle zanne grandi quanto me e le orecchie il doppio; migravano verso nord quindi neanche si accorsero della mia presenza.

Subito dopo delle ombre scendevano in picchiata verso la carcassa di una lince per papparsela.

Erano delle aquile con quel bel becco dorato e la punta delle ali e la coda bianche mentre tutto il resto marrone.

Neanche il tempo di avvicinarmi che i fari accecanti di una jeep le fecero svolazzare via.

Dal mezzo scese... mia madre!!! Ma come avrà fatto a trovarmi? Oh no...sono nei guai!!!.

La macchina accostò e mia madre, prendendomi per un orecchio, mi disse con aria furibonda:''Signorina Emily, ma che ti è passato per la testa? Come ti è venuto in mente di scappare da casa e venire nella savana? Ti potevi far molto male''.

E per punizione non potrai più uscire da casa per un mese.

Io muta come un pesce, salii sul sedile posteriore dell'auto, presi il mio diario e scrissi:'' caro diario, sono in punizione ma non mi pento, questa avventura rimarrà impressa nella mia testa...

Vivere questa avventura fantastica ne è valsa veramente la pena!

10 views0 comments

Recent Posts

See All

Comments


© 2019 Lauretta Ricci

bottom of page