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Era una fredda giornata inverno del 18 novembre.
Ero sotto il vialetto di casa mia a giocare con le mie sorelline: Alice, la più frizzante e Matilde la più timida (o almeno è cosi che le soprannomino io).
Poi arrivò mia madre e disse:'' a tardo pomeriggio arriveranno i nonni a cena quindi comportati bene.
Ero contentissimo, ma dato che ero impaziente presi il telefono e chiamai i nonni per chiedergli precisamente a che ora arrivassero.
Appena risposero gli dissi:'' Ciao nonni ma quando arriverete precisamente da noi''?
E loro mi risposero:'' Arriveremo verso le sei''
''ok a dopo'' dissi con aria rattristata
''A dopo nipotino''mi dissero in coro.
Fortunatamente per passare il tempo andai a giocare con delle mie amiche: Olivia sempre pronta ad aiutare chi è in difficoltà e Flaminia la più permalosa.
Andammo al parco, facemmo gare con la bici...
passarono ore e ore senza neanche rendermene conto quindi corsi subito a casa mia.
Mia madre era furibonda sembrava gli stesse per uscire il fumo dalle orecchie.
Per fortuna c'era mio padre a calmarla ma senza ulteriori indugi mi misi a tavola a mangiare zitto e buono.
Per risparmiarmi la predica dei miei, corsi subito in camera a studiare storia.
Non ebbi tempo neanche di leggere la prima pagina che mia madre mi chiamò perché i nonni erano arrivati in anticipo.
Appena entrarono non gli diedi tempo neanche di togliersi la giacca che già io e le mie sorelle gli eravamo saliti sopra .
Dato che c'era un sole accecante mia madre mi disse di restare fuori a giocare.
Ero andato a giocare a pallone con le mia sorelline quando notai qualcosa muoversi tra i cespugli di rose senza spine.
''Che cos'è fratellone'' mi disse la mia sorella con aria spaventata
“non è niente, guarda è Simba il nostro gattino, sta andando dalla mamma”.
Dopo qualche minuto mia madre urlo:''Lorenzo corri''.
Non sapendo il motivo andai da mia madre a chiederle il perché di questo urlo.
Lei mi disse balbettando:''Emh s – s – Simba è sta – stato investito.
''Oh no ora cosa farò'' mi chiesi.
I miei occhi ormai erano due sorgenti da cui venivano due fiumi che poi strariparono.
Senza speranze mi misi a chiamarlo finchè da un cespuglio non udì un fruscio lento come una lumaca.
Oh mio dio, era Simba.
''Allora è vivo'' dissi con il cuore che batteva a mille.
L'incubo ormai era finito, o almeno pensavo perché appena appoggiato sul pavimento di marmo fresco iniziò a zoppicare.
La preoccupazione iniziava a rialzarsi, quindi mi padre decise di portare Simba dal veterinario sul suo trasportino.
Io dovetti restare a casa, ma restai tutta la notte sveglio per la preoccupazione.
Si fecero le tre di notte e ancora non c'erano notizie di Simba.
Però poi tornò il papà ma a mani vuote.
Iniziai a fare domande:''Dov'è Simba? Sta bene?.
Calma calma Lorenzo, sta bene, lo stanno visitando, e mi hanno promesso che ritornerà come nuovo.
Il giorno dopo mio padre riportò il gatto a casa, ero stra felice che stesse bene.
La veterinaria ci aveva detto che doveva stare in tranquillità per almeno un mese, quindi i miei decisero che sarebbe stato in camera mia, lontano dalle mie sorelle.
Passato il mese Simba era come nuovo, ormai era ritornato a giocare con i sui amici felini a divertirsi tra i campi di margherite.
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