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IL MOSTRO DEL LAGO - Samuele Palombi





CAP.1 LA TELEFONATA


Nel pomeriggio del 6 novembre 1978 Richard Springald, un bambino di sei anni, di corporatura bassa ed esile e dal volto dolce, sta passeggiando sulle rive

del lago Sonian insieme alla sua famiglia quando vede un enorme pesce balzare fuori dall’acqua al centro del lago, il bambino incuriosito dalla strana

creatura, entra in acqua ma con un balzo il pesce lo agguanta e lo trascina a fondo sotto gli occhi spaventati dei suoi genitori che continuano a gridare aiuto…

Questo lesse, sul quotidiano nazionale, la mattina del 12 novembre 1978, Mark Send, un vecchio pescatore molto famoso, dal viso cupo e rugoso, con grandi spalle e braccia ancora doloranti per la sua carriera, mentre faceva colazione al solito bar.

Dopo aver finito di leggere l’articolo, sorseggiando una tazza di caffè, il pescatore esclamò: “Povero ragazzo!” Dopo aver finito la colazione si alzò, pagò il conto e fece ritorno verso casa. Arrivato a casa, con ancora in mente la notizia letta, si sedette sulla vecchia poltrona verde a lui cara, chiuse gli occhi ed

iniziò a sonnecchiare in attesa che la moglie lo chiamasse per pranzo. Ad un tratto squillò il telefono facendo sobbalzare Mark dalla poltrona.

Si alzò e andò a rispondere. Dall’altra parte del telefono c’era una donna che con la voce dolce e pacata gli chiese:” casa Send?” Lui, pensando che fosse una

pubblicità, non rispose e riattaccò. Un po’ seccato tornò verso la sua poltrona ma non si era ancora seduto quando il telefono squillò di nuovo.

Mark battendo le mani sulle cosce esclamò: “In questa casa non c’è un attimo di pace”. Si girò ed andò a rispondere di nuovo. Questa volta la donna da l’altra parte del telefono gli disse:” Non riattacchi è importante” …….

“Cosa vuole da un povero sessantenne?”

“Non si preoccupi, niente di che, volevano proporle una battuta di pesca.”

“Pesca a cosa?”

“Avrà letto l’articolo su Richard?”

“Sì proprio stamattina, ma come potrei aiutarvi?”

“Magari provando a catturare l’assassino di Richard.”

In quel momento Mark cominciò a ridere, pensando agli articoli che avrebbero scritto su di lui e sulla cattura del mostro, allora la donna si presentò a lui

dicendogli che era stata incaricata dalla famiglia del bambino per chiedergli aiuto.

Mark smise immediatamente di ridere e pensò a ciò che gli aveva detto la donna, ma non convinto non accettò e senza altre parole chiuse la conversazione e se ne tornò seduto sulla sua poltrona pensando a quando successo.

Poco dopo, sua moglie Margaret una donna robusta, dal viso dolce, sempre sorridente, una casalinga e cuoca perfetta al suo fianco da più 30 anni, lo

chiamò per andare a pranzo. Mark si alzò a fatica e lentamente si avviò verso la cucina, arrivato a tavola sua moglie prese dal forno una buonissima zuppa di

pesce e la versò sui piatti.

Margaret, mentre portava il cibo in tavola, chiese al marito chi era al telefono, lui le rispose, con lo sguardo fisso nel pezzo di merluzzo che galleggiava nella zuppa:” Niente di che ….solo pubblicità!”

Dopo essersi gustato l’ottimo pranzo, Mark si alzò, strisciando la sedia come sua abitudine e facendo i complimenti alla moglie per la cucina deliziosa, e senza altre parole ritornò sulla sua poltrona ed accese la tv ma, non trovando nulla che gli piacesse la spense e si addormentò.




CAP. 2 LA DECISIONE


Mentre stava dormendo Mark sognò la famiglia del bambino, i due genitori piangevano disperati supplicando il suo aiuto.

Mark sconvolto si risvegliò tutto sudato con il cuore che batteva a mille. La moglie lo sentì ansimare e corse a vedere cosa fosse successo.

Quando arrivò vide il marito ancora seduto sulla poltrona con le mani appoggiate sui braccioli con un’aria scossa e gli occhi sbarrati, “Cosa e successo?” chiese Margaret afferrandogli il braccio.

“Niente, ho fatto un brutto sogno.”

“Ok, però ora alzati e vieni in cucina è quasi ora di cena.”

“No, preferisco farmi una doccia e andare subito a letto, scusami tanto.”

La moglie lo guardò con aria perplessa e se ne andò in cucina mentre Mark si alzò a fatica dalla poltrona e lentamente facendo un lungo sospiro si avviò in

camera a spogliarsi. Rimase a lungo sotto la doccia pensando al sogno e poi si infilò sotto le coperte, si rilassò e si addormentò.

La mattina seguente, dopo una notte turbolenta, si alzò dal letto, mentre sua moglie stava ancora dormendo e senza fare rumore mise un paio di pantaloni verdi da lavoro, una camicia blu a quadri, gli scarponi, il giaccone nero ed uscì. Mentre camminava verso il solito bar, a terra vide una pagina di giornale con l’articolo su Richard e al vecchio tornarono in mente i volti dei suoi genitori facendolo rattristare; così pensò:” Poveri genitori! Uno stupido pesce gli ha portato via il figlio, ma chi sono io per aver detto no alla loro richiesta di aiuto?” Mark continuando a camminare, pensò a cosa fare, e sentii qualcosa dentro di lui, non sapeva cos’era, non l’aveva mai provato prima; ma lo spinse a dire: ”Ok allora li aiuterò, catturerò quel pesce!”



CAP. 3 LA CATTURA


Una volta arrivato al bar, un po' affannato, Mark si sedette accanto ad un suo vecchio amico di nome Bob, un uomo ben piazzato con la barba bianca lunga ed i denti rovinati dal fumo e la passione per la caccia. Quando vide Mark sedersi Bob disse sghignazzando con il solito sigaro in bocca: “Vecchio lupo di mare, ti credevo morto!” Mark non rispose, e continuò a fissare la tazza. Sentendo che Mark non parlava Bob disse: “Il gatto ti ha mangiato la lingua.”

“No, è una storia lunga, avrai sentito parlare di Richard.”

“Oh sì.”

“Ecco, mi hanno chiesto di catturalo…”

“E tu cosa hai risposto? “Chiese Bob perplesso.

“inizialmente no, ma poi ci ho ripensato.”

“Be, ovvio! Diventeresti un eroe!”

“Ma, più che un eroe un vendicatore…”

“Ok vendicatore, ora devo andarmene” disse Bob ridendo, ma sono sicuro che onorerai la memoria di quel povero bambino.

Mark salutò Bob ed anche lui si avviò verso casa. Quando arrivò convinto della decisione iniziò a preparare il necessario per andare a pesca, senza farsi sentire della moglie che, come al solito, stava in cucina. Prese una vecchia canna da pesca molto resistente di un colore giallo ocra e stranamente ancora liscia al tatto nonostante il tempo, il retino, alcune esche ed infine il suo cappello porta fortuna con su scritto il suo nome. Caricò tutto sul suo vecchio pik up arrugginito ed impolverato, che lo aveva accompagnato in tutte le sue avventure. Dopo aver preparato tutto, salì in casa e senza dire nulla a sua moglie si preparò dei panini, prese delle birre, posò tutto sul sedile del pik up e soddisfatto tornò di nuovo in casa per mettersi seduto sulla sua poltrona a guardare tv. Dopo aver trascorso un’altra notte insonne per la preoccupazione, finalmente il gran giorno era arrivato, Mark si alzò all’alba e dopo esseri vestito diede un bacio a sua moglie che ancora dormiva, salì sul camioncino e partì per il lago Sonian. Per strada non c’era nessuno, la città sembrava morta e Mark provava un gran senso di solitudine. Mentre viaggiava pensava alla moglie, a cui aveva lasciato un biglietto attaccato al frigo con su scritto torno tra 3 giorni. Tu non preoccuparti se tutto va bene finirò sui giornali, sarai orgogliosa di me! Malinconico continuò a guidare, sapendo che lei avrebbe appoggiato ogni sua decisione.

Dopo il lungo viaggia passato a riflettere sulle strategie di pesca, Mark arrivò al lago Sonian. Non c’era nessuno a parte la troup con la donna, una giornalista del quotidiano locale, che lo aveva chiamato al telefono, pronti a documentare semmai ci fosse stata la cattura del pesce. Mark scese dal pik up, la terra era bagnata e l’enorme lago risplendeva alla luce dell’alba. La donna, una giovane ragazza dagli occhi azzurri e dai modi cortesi, chiese al pescatore quando aveva intenzione di iniziare, lui non rispose e ignorando la ragazza iniziò a preparare l’attrezzatura. Con fatica legò l’esca simile ad un pesciolino di color viola splendente, afferrò la canna con entrambe le mani e scagliò l’esca più lontano possibile facendo girare il mulinello talmente veloce che sibilò forte nell’aria.

Mark si sedette a terra e cominciò a canticchiare una canzone, intanto il tempo passava senza che nessun pesce abboccasse. Ad ora di pranzo, dopo una lunga mattinata, mangiò uno dei panini che si era preparato, bevve una birra e ricominciò ad attendere pensando che era solo questione di tempo.

Il primo giorno terminò così, il pescatore si ritirò nel pik up mentre la troup entrò nel camper lussuoso e pieno di comodità tanto da sembrare una camera di hotel, senza scambiarsi neanche una parola. La mattina seguente, quando Mark si svegliò, la troup stava ancora dormendo e senza fare troppo rumore cominciò a pescare. Era assonnato e si strofinava gli occhi con i pugni per restare sveglio, un’ora dopo la troup lo raggiunse e la ragazza gli domandò:” Preso qualcosa?” Lui senza parlare fece cenno di no con la testa, era demoralizzato ma nel suo cuore sentiva

Trascorsero ancora delle ore e Mark cominciava ad essere frustrato “Da un giorno e mezzo, da un giorno e mezzo ripetè …senza aver preso niente!”

Il secondo giorno come il primo, il pescatore ormai non sapeva più cosa fare era disperato e scoraggiato, così decise di lasciare la canna in acqua e dormì sulla riva del lago, mentre la troup delusa e ormai rassegnata si ritirò nel camper. La notte passò senza colpi di scena e la mattina dopo all’alba Mark decise di alzarsi e mangiare l’ultimo panino rimasto, ormai rassegnato si mise le mani tra i capelli e gridò:” com’è possibile…” DREEEE si sentì nell’aria, e Mark gridò a squarciagola:” ha abboccato!!” Il pescatore afferrò la canna con le due mani e tutta la forza che aveva, non si era mai sentito così in ansia, il sudore gli colava sul viso ed appena il pesce si calmò riuscì a gridare:” svegliatevi ha abboccato!”

La trup sentì le grida e scorse subito da Mark chiedendogli:” E’ lui?”

“Spero di si “disse Mark ridendo.

Due ore dopo erano ancora tutti lì a fissare la canna piegata verso l’acqua e Mark tutto rosso in viso con le braccia dove si vedevano le vene pulsare per lo sforzo e la stanchezza, finché dopo un ultimo strattone del pescatore il pesce affiorò poco lontano dalla riva. Mark aveva una grande esperienza ma il pesce non si arrendeva, ad un certo punto però il pesce si fermò di scatto, era stremato e Mark approfittò del momento per portarlo a riva e inguadinarlo.

Quando lo vide, adagiato sulla riva del lago, non credeva ai suoi occhi, era un enorme pesce gatto con baffi lunghi più di un metro, una bocca enorme di color marrone ed un grande coda. La troup era impegnata a fare foto mentre Mark soddisfatto della cattura era già pronto per tornare a casa.

Poco dopo ripartì e durante il viaggio di ritorno capì che Richard non sarebbe tornato in vita ma il pesce non avrebbe fatto più paura a nessuno.

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