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Erano circa le 3 di una fresca notte primaverile. Non riuscivo a dormire. Mi sentivo osservato, avvertivo una presenza nella mia stanza. Non veniva dalla parete davanti a me né dalla finestra, aperta, che lasciava gli spicchi di luce attraversare le morbide tende di seta.
Trin-Trin-Trin. La sveglia stava suonando. 7 in punto. Non volevo alzarmi, ma, ahimè, dovevo andare a scuola. Mi preparai e uscii di casa per andare a scuola.
Da un lato del marciapiede c’erano alcuni dei miei compagni che andavano a scuola insieme, dall’altra parte c’ero io, da solo, senza nessuno con cui parlare.
Ogni giorno la stessa storia.Non capivo cosa c’era di brutto in me, non avevo mai fatto niente a nessuno, eppure tutti mi evitavano. Non capivo che mostro mi stesse perseguitando facendomi vivere in tale modo.
Ogni notte nella mia testa c’era una vocina che, ogni notte, ogni giorno, ogni ora, ogni minuto ed ogni secondo mi assillava fino a togliermi il respiro, insieme a quel paio d’occhi che mi osservava ogni notte.
Cercavo disperatamente di capire qual era il mostro che mi perseguita, fino ad arrivare a pormi la domanda: sono io il mostro?
Si.
Questo mi risposi.
Ero io il mostro.
Ero io il mostro che scappò via da tutto e da tutti fino all’autodistruzione.
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