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IL VIAGGIO




Sofia era triste sull’uscio della casa, forse per un brutto voto?

Forse perché aveva litigato con la sorella? Beh..non lo so.

Sono io Sofia, con il mio monopattino rosso, vedo la città triste come me. Poi mi viene in mente di chiedere a mia mamma di andare in monopattino, ma lei non mi ascolta, provo con mia sorella ma è troppo impegnata a giocare con i videogiochi; allora ci sarebbe un ultima chance: mio padre. Ora lui è impegnato a chattare con i suoi colleghi e quindi neanche ci provo.

Torno nella mia “camera viaggiatrice”, come la chiamo io; vicino a me c’è Fufi il mio caro gatto che mi tiene molta compagnia. Ad un tratto il mio gatto si alza e sotto di lui vedo un pastello rosso, luminoso che brilla di una luce particolare. Un pastello magico! Lo raccolgo e mi viene voglia di disegnare una porta sul muro del corridoio.

La porta diventa reale, ci entro, passo attraverso, arrivo in un mondo sconosciuto con delle luci tutte celesti e una boscaglia molto fitta con un fiume azzurro come il cielo.

Mi vado a specchiare nell’acqua trasparente e dopo con il mio pastello rosso disegno una barchetta e mi metto in viaggio dove mi porta il cuore.

In lontananza si intravede un castello azzurro e dorato. Mi avvicino, è immenso, entro dentro e vedo una città fluviale con palazzi e ponti. Il mio cuore sussulta, sono entusiasta ma anche spaventata non so cosa mi accadrà.

Arrivo vicino a delle guardie che mi dicono di fermarmi, ma non le ascolto. Proseguo il mio cammino e arrivo ad una cascata, una voce mi urla: “ Oddio no scendi, bambina scendi!”

Cado e…

Raccolgo subito il mio pastello rosso e disegno una specie di bocca, ma che bocca, ho disegnato una mongolfiera! E così scappo da questo paese.

Vedo un uccello vicino a me che svolazza in qua e in là, lo osservo con la mia mongolfiera e mi allontano pensando :-“ Che bello!” Poco più in là vedo una nave, chissà cosa ci fa qui, si sta avvicinando e un signore prende un retino per catturare l’uccello:“Noooo”- grido io - “Devo assolutamente salvarlo!”.

Purtroppo lo hanno catturato e si vede da lontano una specie di totem dorato con la nave che se ne sta andando.

Mi appoggio su un ponte di metallo con la mia mongolfiera, scendo e poi salgo delle lunghissime scale.

Ecco due guardie; mi domando come posso fare per salvare l'uccellino.

Allora prendo e scappo.

Sì, scappo correndo, corro, corro e corro per tutta la città volante arrivando nel suo punto finale. Libero l’uccello, viola come una bella susina.

Rimango immobile con la gabbia e il pastello tra le mani ,stanno arrivando le guardie di corsa. Arriva il capo supremo della città di Arianopoli, mi strappa il mio amato pastello e lo butta nell’aria.

Quindi mi catturano e mi mettono in una gabbia in mezzo all’aria e nel mentre penso all’uccello dalle ali viola.

Sta tornando da lontano l’uccello e nel suo becco, vedo, porta il mio pastello rosso. Sono libera grazie al suo aiuto e disegno subito un tappeto, magico, come il mio pastello.

Voliamo via per tutta la città sul calar della notte, guardiamo il cielo stellato e gli uomini minuscoli:-“ Che bellezza!”-

Scendo in mezzo al deserto e l’uccello mi disegna una porta del suo bel colore.

Entriamo con calma.

Uscendo capisco che siamo nella mia città che all’inizio del viaggio era triste ma ora è molto bella e allegra.

L’uccello era di un ragazzino che corre ad abbracciarlo. Disegniamo insieme un bel cerchio rosso e un cerchio viola, così costruiamo una semplice bicicletta di questi due bei colori con cui andremo a conquistare il mondo!

La storia ha fine dove tutto è iniziato.

O meglio il nostro viaggio continua….

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© 2019 Lauretta Ricci

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