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‘’Le fiamme avvolgevano il palazzo ed il parco. I vigili erano arrivati da qualche ora e cercavano di domare le fiamme. Le persone presenti al parco erano state messe al sicuro. Grace aveva sei anni e piangeva. Le lacrime che le rigavano il viso evaporavano quasi subito. Il calore delle fiamme le pizzicava le guance e le sirene le rimbombavano nelle orecchie.
esausta dai pianti e dalle paura, la piccola svenne, e quando la rianimarono fece in tempo a vedere mamma e papà su una barella da qui non sarebbero mai scesi.’’
Grace si svegliò di colpo. Il pigiama nero le si era appiccicato al corpo sudato. I lunghi capelli neri, prima raccolti in una treccia adesso erano sparsi sul cuscino.
Chiuse gli occhi e respirò profondamente, erano passati dieci anni dall’incidente, ed allora viveva con i cugini (John e Michael) e gli zii (Olliver e Ema). Allungò la mano e le lunghe unghie rosso fuoco cozzarono sul comodino e ne risalirono la superficie trovando l’abat-jour. Accese la luce e strizzò gli occhi per abituarsi. Quando li riaprì vide che Kira, l'husky degli zii era accovacciata sul letto accanto a lei. La accarezzò e prese il telefono. Segnava le 5:30, inutile tentare di riaddormentarsi, tanto non ci sarebbe riuscita. Infilò le pantofole e si avviò al bagno. Rabbrividì al contatto con l’acqua ghiacciata. Asciugatasi il viso andò a prendere la divisa alla lavatrice. Nel mentre incontrò zia Ema, una donna sulla cinquantina, molto minuta, i neri capelli erano raccolti in uno chignon e gli occhi verdi segnati dalle rughe. ‘’Che ci fai in piedi a quest'ora?'' chiese la donna, ‘’Kira mi ha svegliata’’ mentì Grace. La zia, anche se non molto convinta, si avviò in cucina. Grace prese la divisa e ritornò in camera a cambiarsi. Andò vicino allo specchio per aggiustarsi la cravatta. Era una ragazza alta, dal colorito pallido le lunghe ciglia contornavano due grandi occhi smeraldo sfumati di oro. Adorava la pizza (quella vera), adorava gli evidenziatori. I suoi hobby preferiti erano dipingere e leggere.
Il suono della sveglia la riscosse dai suoi pensieri. Mentre andava a spegnerla si accorse che Kira si era spostata dal letto fino alla finestra. Improvvisamente incominciò a ringhiare. La ragazza si avvicinò. Non credeva ai suoi occhi, un lupo bianco, con gli occhi occhi sul grigio lilla. Quando lo sguardo dei due si incrociò, Grace rabbrividì e la belva si trasformò in un cervo dello stesso colore che galoppò verso la foresta.
Gli occhi della ragazza si dilatarono per il terrore e Kira iniziò a ringhiare con più insistenza. Nel preciso istante in cui il mutaforma si dileguò nel bosco la porta di camera si aprì. La ragazza cacciò un urlo.
‘’Cosa diavolo urli scema?!’’ la canzonò John, il cugino più grande. Era un ragazzo di diciotto anni. Il ciuffo biondo era perfettamente pettinato perfettamente. ‘’Ti volevo dire che la colazione è pronta’’ ‘’Arrivo’’.
Quando Grace si sedette a tavola anche Michael si era svegliato. Il ragazzo aveva all'incirca quattordici anni, capelli ricci neri sparsi sul viso e grandi occhi marroni.
Dopo poco arrivò anche zio Oliver con il suo inseparabile giornale. Un omone grande e grosso, sulla cinquantina i ricci capelli marroni erano rasati, ma in compenso dei lunghi baffi gli coprivano le labbra. Mentre lo zio addentava il bacon e le uova, zia Ema portò a Grace ed a John la loro porzione di pancakes.
Finita la colazione Grace andò in camera a prendere la borsa con i libri.
Aspettò che Michael fosse pronte e poi insieme si avviarono verso la stazione degli autobus.
Arrivati, Grace andò da Margaret, la sua migliore amica, e Michael da un gruppo di adolescenti.
Margaret era una ragazza con lunghi capelli bianchi sempre sciolti, e gli occhi grigio chiaro tendenti al viola. Sarebbe sembrata anemica se non fosse stato per la pelle che non era troppo chiara.
Salite sull’autobus, Grace (ancora terrorizzata) raccontò a Margaret la sua inquietante visione. Margaret riuscì a tranquillizzarla, e a farle credere che era solo un brutto gioco di luci e ombre.
Quando l’autobus arrivò a scuola, mancavano ancora 10 minuti al suonare della campanella, così ne approfittarono per studiare tedesco.
Appena entrati in classe li attendeva la prof. di tedesco (la più odiata da tutta la classe). Una donna alta, sulla sessantina, con i rossi capelli raccolti in un perfetto chignon.
Non appena suonò la seconda campanella, mise le verifiche sul banco di ognuno. Quando diede il via, Grace strappò la penna l’odore di inchiostro, che le ricordò lo studio di sua madre quando… - Niente sentimentalismi non si perdonerebbero mai se prendo un brutto voto al compito per colpa loro - e si concentrò nel compito.
Finita la giornata scolastica tornò a casa ed aperta la porta di camera sua, l’odore di legno, di libri e di colori acrilici le invase la narici. Camera sua era molto accogliente. Il cavalletto e i colori erano in ordine nell'angolo pittura. La libreria era accanto al letto, davanti alla scrivania.
Si sedette sul letto per pensare, ma ci stette poco perché il pranzo era pronto.
Quando ebbe finito di mangiare la ragazza decise di uscire a fare una passeggiata nel bosco, ormai Margaret la aveva convinta che era stata una visione quella del lupo. Pensando al più e al meno si avviò alla porta ma Kira le si mise davanti di spostarla, arrivò lo zio che la prese di forza e la rinchiuse in terrazza.
Fatto qualche passo nel bosco, incontrò una lepre bianca. Si studiarono un po ', poi l’animale incominciò a correre e la ragazza la seguì, era troppo simile al lupo della ‘’visione’’.
Dopo vari metri di corsa raggiunsero uno spiazzo di erba secca, con al centro un patibolo. Grace sentì dei passi dietro di lei ma non fece in tempo a guardarsi dietro che una forte botta alla testa la fece svenire.
Quando si svegliò era attaccata al nodo del patibolo e la lepre si muoveva verso di lei, poi era il lupo e poi Margaret, che disse ''Sì, sono io stupita?’’ una luce strana brillava nei suoi occhi ‘’E’ veramente un peccato ucciderti, sai mi stavi simpatica. Ah, un'ultima cosa: Kira te lo aveva detto’’ e tirò il cappio.
quando gli zii fecero per andare a fare la spesa, trovarono Grace morta distesa per terra, il loro sconforto fu enorme.
Se Grace avesse potuto pensare, di sicura stava pensando ‘’Kira me lo aveva detto’’.
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