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LA CASA MISTERIOSA - Aurora Montecucco



Era una giornata d’estate e molto calda. Stavo facendo una passeggiata con amici, tra le verdi radure quando, ci fermammo per riprendere fiato davanti al giardino del mio vicino di casa. Eravamo quasi arrivati a destinazione quando, ad un certo punto, udimmo delle urla che provenivano dalla casa che si ergeva sopra al giardino. C’era qualcosa di strano in quel posto. Davvero strano. Non si trattava di urla dolci e velate, ma erano delle voci di adulti che stavano facendo una pausa caffè e sbattevano con violenza le tazzine così da quasi romperle. Stavamo incominciando ad avere paura, ma io, sopraffatta dalla mia curiosità, decisi di farmi avanti per andare e scoprire a chi appartenessero quelle urla. Andando avanti di qualche altro passo felpato, ansioso e pesante, il cuore mi batteva all’impazzata e l’ansia saliva. Decisi di entrare nella casa. “toc toc” bussai, ma nessuno venne ad aprirmi. Dopo qualche secondo mi accorsi di un particolare: la porta era socchiusa, vi entrai dentro e dopo aver oltrepassato l’uscio, mi trovai davanti a tre stretti corridoi bui. Non sapevo quale oltrepassare. Non avevo idea di dove mi avrebbero portato. Improvvisamente sentii :“mi stai aspettando?”decisi di seguire la voce che avevo sentito e per questo dovetti entrare nel secondo corridoio. Le mani sudavano, le gambe sembrava stessero ballando. Cercavo di capire da dove provenisse quel suono, ma non ci riuscivo. Un passo, due un altro e ad un certo punto mormorai con gran timore: “c’è qualcuno?” “trrrr trrr”,il vento aveva cominciato ad ululare anche sopra il tetto della casa. Improvvisamente si spensero le luci, chiusi gli occhi per calmarmi e sentii un dito peloso strusciarmi sulla schiena e disse ansimando: “sei rimasta qui ad aspettarmi?” A quel punto iniziai a correre con tutte le mie forze. Pensavo solo a trovare una via d’uscita, gridavo aiuto nella speranza che i miei amici da fuori mi potessero sentire. Ma oramai non c’era più nessuno là fuori. Le stanze mi sembravano labirinti senza fine, sentivo dietro di me quei respiri sempre più vicini, il mostro, il fantasma o la creatura che mi stava inseguendo, stava per raggiungermi e sentivo dentro di me un misto i pensieri che si accalcavano nella mente, ma il pensiero più importante in quel momento, era di uscire da quel terribile posto che oramai mi aveva imprigionato. Non sapevo più cosa fare ma continuavo comunque a correre. Finalmente davanti a me trovai una porta, la aprii e la richiusi subito dietro di me. Ero entrata in una nuova stanza, la luce era accesa ma improvvisamente qualcuno o qualcosa la spense. Sentivo voci, urla, sghignazzi, ma ancora non riuscivo a vedere nessuno. Ero immobile attaccata alla porta, terrorizzata. Di colpo vidi tanti occhi verde lucente che mi fissavano e venivano verso di me. Ne ero accerchiata. Tremante e disperata pensai che fosse giunta l’ora della mia fine…

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2 comentários


greta.visconti
greta.visconti
08 de abr. de 2022

Scusa per i messaggi cancellati, volevo inserire delle correzioni al mio post, solo che la tastiera impazzisce...comunque avevo intenzione di scrivere : la luce del giorno resta, affievolita e grigiastra, ma resta

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greta.visconti
greta.visconti
08 de abr. de 2022

Brava Aurora! Il finale in sospeso è una bella idea, ma c'è un contrasto:all'inizio del testo hai detto che era una calda giornata d'estate, ma a metà hai inserito un vento molto forte e delle luci spente...in estate, anche se il tempo è brutto, comunque la luce del giorno resta, affievolito la e grigiastra, ma

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© 2019 Lauretta Ricci

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