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LE BAMBOLE - Giulia



Era una domenica di novembre. Quel giorno aveva piovuto fino a tarda notte, una pioggerella calma, come la brezza marina. “Finalmente il cavallo di…” Stavo proprio per finire il mio testo quando la radio si attivò improvvisamente. Era una radio vecchia e non era una novità che si accendesse d’un tratto. Andai pazientemente a placarla e mi rimisi seduta. Presi la penna in mano ma di nuovo la radio iniziò a blaterare. Era talmente fastidioso che mi alzai di scatto e staccai violentemente la spina. “Finalmente un po’ di pace” pensai. Erano le 23:00. Era ora di andare a dormire. Zompettai fino al bagno, ma quando feci per prendere lo spazzolino vidi un riflesso sullo specchio insieme al mio. D’istinto mi voltai ma non vidi nulla “Sarà solo la mia immaginazione” pensai ingenuamente. Quando misi il dentifricio sulle morbide setole del mio spazzolino sentii qualcosa toccarmi proprio lì, sulla spalla. Stavolta non ebbi nemmeno il tempo necessario per voltarmi, che venni catapultata in un’altra stanza. Mi alzai storditamente e mi guardai intorno: ero finita in una stanza semibuia che mi era conosciuta. Provai a toccare una parete: era fredda come il ghiaccio di una pista da pattinaggio. A guardarla meglio mi sembrava la stanza delle mie sorelline solo che… C’erano dei mobili sparsi tra cui cassetti e mensole, nient’altro. Ad un certo punto notai i cassetti muoversi, le pareti, ma osservando attentamente non erano gli oggetti a muoversi, sembravano, sembravano… Bambole! Il peggio era che avanzavano in modo inquietante verso di me, pronunciando frasi bizzarre come “Le abbiamo prese e prenderemo anche te” “Prese chi?!” domandavo invano, non ricevendo alcuna risposta. Con la coda dell’occhio vidi due bambole sole che se ne stavano in disparte. Avevano dei lineamenti stranamente familiari mhm… Ma certo! Le mie sorelline! Capelli color lino, occhi grandi di un verde smeraldo, guanciotte paffute e lunghe ciglia che gli contornavano gli occhi. Erano indubbiamente loro. Provai ad afferrarle ma a loro volta le altre bambole afferrarono le mie caviglie, prima facendomi inciampare e poi sommergendomi completamente. Sentii qualcosa pizzicarmi sul viso, poi sulle braccia e sulle ginocchia. Poi degli oggetti che appena mi vennero a sfiorare la guancia mi diedero una piccola, ma sentita, scossa. L’odore di plastica mi avvolgeva e circondava ovunque, quasi come se fossi io la plastica.


 
 
 

3 comentarios


greta.visconti
greta.visconti
27 feb 2022

Di nulla!!!

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giulia.iuliano
giulia.iuliano
24 feb 2022

Grazieee😘

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greta.visconti
greta.visconti
24 feb 2022

Wowwww amica mia, stavolta ti sei proprio superata!! Complimenti!!

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© 2019 Lauretta Ricci

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