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PRIMA DI FARE, PENSA - Rania



Erano le 7 di mattina il sole stava iniziando a salire io ero mezzo addormentato mi misi di nuovo a dormire e sentii mia madre gridare: ’Lorenzo muoviti, mica vuoi fare tardi il tuo primo giorno di scuola!’ Non volevo nemmeno ricordare che oggi inizia la scuola allora mi alzai dal letto e mi preparai. Mia mamma: "Lorenzo, ti lascio la merenda sul tavolo!" Allora scesi presi la merenda e mi misi a pedalare. Ero in ritardo anche il mio primo giorno di scuola e la strada era anche più piena del solito e le foglie volavano dove volevano. La strada era ghiacciata ed era così freddo che gli alberi erano diventati tutti bianchi, io continuai il mio camino e arrivai a scuola; non ero per niente felice e poi non ero tanto popolare e conoscevo solo Tobias il mio migliore amico dalle elementari. La campanella suonò; era il momento di entrare. Presi un respiro forte e entrai. I miei occhi videro subito Tobias non era per niente cambiato lui mi salutò: "Ciao Lorenzo" e io ricambiai il saluto. La scuola era sempre la stessa: il pavimento scivoloso, armadietti tutti disegnati, però dovevo entrare in classe. In classe nel laboratorio di scienze e vidi Nicy Marf il ragazzo più prepotente, arrogante e fastidioso; tutti lo ammiravano. Io lo odiavo. Mi prende in giro dalle elementari ma per gli altri era un punto di riferimento perché aveva vinto tutte le gare sportive. Per fortuna era finita l’ultima ora; presi le mie cose e andai a casa, ma vidi che Nicy e i suoi amici mi avevano rotto le ruote della bicicletta. Allora decisi di dare un pugno a Nicy. Avevo fatto tutto questo senza pensarci ma gli avevo fatto uscire il sangue del naso. Nicy era infuriato si vedeva da come mi guardava. Mi diede un pugno fortissimo e scappò con i suoi amici. Vedevo tutto sfocato, ero distrutto. Per fortuna un professore aveva visto tutto era deluso da me stesso perché ero troppo arrabbiato per pensare. Il seguente giorno chiamarono i miei genitori e quelli di Nicy per dire che eravamo sospesi da scuola. Mia mamma era veramente delusa e scioccata era senza parole allora decisi di salire in camera. Dopo tre settimane trovai una nuova scuola; non mi voleva nessuna scuola del quartiere per lo sbaglio che avevo fatto però mi è servita come lezione: prima di fare qualcosa devo pensare.

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© 2019 Lauretta Ricci

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