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RIMINI - Madi





Cupe foreste di abeti rossi s'affacciavano arcigne sulle due rive del fiume gelato. Un vento recente aveva strappato dai rami il bianco mantello di ghiaccio e nella luce dell'imbrunire gli alberi parevano appoggiarsi l'uno all'altro neri e minacciosi.

Un vasto silenzio avvolgeva il paesaggio. Il paesaggio stesso era desolato senza vita, immobile, così solitario e freddo che neppure vi si poteva dire che regnasse un senso di tristezza. Un albero era scosso dai movimenti di uno scoiattolo in cerca di noccioline, c'era un aroma di sciroppo d'acero anche se nelle vicinanze c'erano solo pini e abeti coperti dalla neve pulita, dopo un paio di minuti dal cielo iniziarono a cadere pezzi di ghiaccio come se non ci fosse un domani.

La grandine continuò a cadere per tutta la notte, ma il mattino seguente il manto bianco che ricopriva l'intera città svanì; i negozi iniziarono ad aprire, ma il fresco venticello era lo stesso, le panchine di legno erano umide e i lampioni facevano fatica ad accendersi e l'acqua del fiume proseguì a scorrere sul suo letto. La pioggia leggera eliminò i resti di neve ormai quasi sciolta che si era depositata nelle grondaie e nei canali di quella città.

Arrivò la sera ad una velocità inverosimile, tutte le persone iniziarono ad andarsene, la città ormai sembrava spenta, i negozi chiusero all'istante e la neve ricominciò a coprire nuovamente i marciapiedi color salmone della città.

Quella città prendeva il nome di Rimini.

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1 Comment


greta.visconti
greta.visconti
Feb 15, 2022

Cara Marina, adoro il modo in cui hai descritto!! In questo testo si vedono chiaramente impegno e costanza. Mi piacerebbe però leggere un vero e proprio racconto, basato su una storia qualsiasi, con una trama. Comunque brava!!!

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© 2019 Lauretta Ricci

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