La luce dell'alba invase la camera mentre Anne, lentamente, si tolse le coperte di dosso per potersi alzare. Non appena varcò la porta della camera l'odore di latte caldo e cacao pervase immediatamente le sue narici.
- Auguri tesoro! - Esclamò la mamma che si avvicinò per darle un bacio ed un abbraccio.
- Grazie – rispose lei sbadigliando e tirando in alto le braccia.
- Oggi, dopo scuola, andiamo dalla nonna per festeggiare il tuo compleanno – disse mentre le serviva la colazione – ci saranno anche gli zii e mi hanno detto che ti hanno preso tanti bei regali. – concluse facendo l'occhiolino.
Quando Anne finì la colazione, arrivò il padre che si fiondò da lei per farle gli auguri con un abbraccio e poi, salutando anche la madre, uscì di casa per andare al lavoro.
A scuola il tempo passò velocemente come mai prima d'ora, nonostante la verifica è l'interrogazione.
All'arrivo della ragazza, a casa della nonna, tutti gli invitati erano pronti a gridare in coro: - Auguri! –
Finalmente arrivò al momento di aprire i regali, quando la nonna si avvicinò alla ragazza e le diede uno scrigno dicendo con voce soave: - Qui dentro c'è un oggetto a me molto caro che è stato di mia mamma e prima ancora di mia nonna ed ora lo voglio regalare a te. –
Lo scrigno era di un legno molto chiaro e, sulla parte superiore, erano incisi diversi simboli che davano all'oggetto un aspetto elegante. La ruvida chiusura, un po' arrugginita, sembrava fatta in oro.
Aprendo lo scrigno Anne trovò quello che apparentemente si mostrava come un normale orologio da polso. In un primo momento sembrava che quella antica scatola contenesse solo l'orologio, ma poi, guardandola attentamente, la ragazza si accorse di un piccolo frammento di carta. Era in bianco e nero e raffigurava un cappello appoggiato su folti e ricci capelli bianchi.
- Forse è la persona che costruì l'orologio – pensò Anne - oppure un suo vecchio proprietario –
Ma la ragazza allontanò subito quel pensiero perché presa dall'euforia di indossare l'orologio.
Passarono diversi giorni e Anne stava distrattamente sistemando le lancette del suo nuovo orologio quando, d'un tratto, le sembrò di essere in mezzo ad un tornado. I suoi piedi s’innalzarono lentamente dal terreno e Anne si ritrovò improvvisamente a mezz'aria.
Non sapeva cosa aspettarsi, era trepidante, il suo cuore iniziò ad accelerare i battiti. Provava un misto di preoccupazione, ansia e paura. D'un tratto tutto finì e la ragazza, con un piccolo tonfo, cascò a terra guardandosi attorno attentamente. Non era più nella sua cameretta. Per prima cosa controllò di avere ancora l'orologio e in seguito presto più attenzione al paesaggio; era circondata da alti alberi sempreverdi e, intorno a sé, sentiva delle voci:
- Salut, comment ça va? –
- Bien et toi? –
- Trés bien, merci! –
Malgrado fosse sicura di ciò che aveva sentito stentava a credere di essere proprio in quel posto. Era in Francia.
Dopo pochi passi notò qualcosa spuntare da dietro dei palazzi che Anne riconobbe immediatamente, era la Tour Eiffel.
Decise di salire su quell'enorme struttura di ferro ed arrivò in un punto così alto che nessuno poteva vederla. Si fermò per un attimo ad osservare il panorama, era talmente bello da lasciarla senza fiato. Quasi per caso notò che a terra c'era un pezzo di carta grigio e nero molto simile a quello che aveva trovato nello scrigno. Lo raccolse accorgendosi che rappresentava un abito molto antico, prese il pezzo che aveva nella sua tasca e, con grande stupore, si accorse che coincidevano perfettamente.
- Ne manca ancora uno – pensò tra sé e sé – se visito altri posti, forse completerò la foto e scoprirò di chi si tratta! –
Girò nuovamente le lancette e, insieme all'ansia, tornò quella strana sensazione di essere al centro di un vortice, stavolta però, era meno piacevole. Il color rame della Tour Eiffel trasmutò in un grigiastro.
Appena toccò il suolo capì che si trovava davanti a Buckingham Palace.
- Non posso cercare un pezzo di carta con le guardie reali che mi fissano – pensò - meglio andare in un posto meno sorvegliato… magari… il Big Ben. –
Anne corse verso la torre dell'orologio sperando che la sua intuizione fosse giusta; sfortunatamente, però, arrivata lì, trovò la porta d’ingresso sbarrata. Ebbe un attimo di panico ma non si demoralizzò, continuò a cercare. Tra i cespugli, vicino agli alberi, chiese persino ai passanti, ma del pezzo di carta mancante non c'era neanche l'ombra. Era sconsolata, ma non voleva arrendersi, non poteva credere che tutti i suoi sforzi fossero stati vani.
Il cielo improvvisamente si ricoprì di enormi cumulonembi che si avvicinavano sempre più, il vento sferzò con forza ogni cosa e forti tuoni rimbombarono in tutta la città. La ragazza cercò velocemente un riparo trovando un bar a pochi metri da lei. Si sedette ad un tavolo e con poca attenzione ordinò una tazza di the ed un cornetto. Il suo sguardo era rivolto verso l'esterno, dove le persone correvano cercando di non bagnarsi.
Anne girò lo sguardo sul tavolo dove il barista stava appoggiando ciò che aveva ordinato.
- Thank you sir – disse sottovoce,
- You're welcome, Miss – rispose il ragazzo.
Non mangiava da così tanto tempo che, con gran voracità, prese il cornetto e lo divorò.
Sul piatto, sotto al tovagliolo, notò un pezzetto di carta.
- Che cos’è? - Si chiese la ragazza incuriosita. Lo prese in mano e lo esaminò. Un urlo di stupore uscì dalla sua bocca, quasi non ci credeva.
- L'ho trovato! Ho trovato il pezzo di foto mancante - disse con eccitazione. Finì velocemente la merenda e uscì dal bar.
- Devo tornare a casa, speriamo che vada tutto per il verso giusto. –
Si nascose dietro un grande albero e girò una terza volta le lancette del suo orologio.
Questa volta ci volle più tempo per arrivare e… la sensazione di essere in mezzo ad un tornado, diventò quasi piacevole.
Anne non vedeva l'ora di arrivare per raccontare tutto alla nonna.
Dopo qualche secondo, finalmente, il colore grigio cupo del cielo si trasformò in un bel bianco candido e una sensazione di tranquillità la pervase. Atterrò sul tappeto morbido, che occupava gran parte della stanza, attutendo il colpo. Corse in cucina dalla mamma chiedendole se potesse andare dalla nonna. Durante il tragitto, Anne pensò che ancora non aveva scoperto chi potesse essere la persona nella fotografia, Ma dopo varie supposizioni disse:
- Non importa, mi aiuterà la nonna a scoprirlo. –
Quando arrivò, l'anziana signora affermò:
- So esattamente perché sei qui –
- Nonna, l'orologio che mi hai regalato è magico! – La voce eccitata di Anne echeggiò per tutta la casa – E mi ha fatto viaggiare in diverse città per cercare di ricostruire la foto. Ecco, li ho trovati tutti! - disse mostrando ciò che aveva trovato.
La nonna sembrava sorpresa, con occhi spalancati guardo attentamente la foto.
- M-ma… - disse balbettando – È mia nonna! –
Anche Anne era altrettanto stupita.
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