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Era autunno, mi trovavo a casa mia solo soletto a leggermi un libro su Harry Potter immerso nella profonda oscurità.
Poi il telefono iniziò a tintinnare interrompendo la mia lettura con un e-mail.
Era Steven, il mio migliore amico che mi mandò un invito ad un pigiama party.
Consapevole che ci saremo divertiti accettai.
Il cielo stellato illuminava il bosco oscuro e inquietante che dovevo attraversare.
I rami alla luce delle stelle sembravano grosse lunghe braccia pronte ad afferrarti inerpicati tra loro.
Passai per il sentiero e vidi una cosa strana: era un cervo, saltava di qua e di là tra i cespugli di rose colme di spine.
Lasciai perdere e proseguii per il mio cammino, verso il divertimento a casa di Steven.
Era una casa singola, con tanto di giardino e piscina, sembrava una villa.
Bussai alla porta tutta scheggiata che si aprì trovandomi davanti Steven che mi invitò a entrare.
“Ma... è una discoteca?” chiesi senza però udire nessuna risposta per il troppo chiasso movimentato.
Steven però aveva portato amici che non conoscevo e che non volevo conoscere perché per me sembravano dei ragazzi poco raccomandabili.
Iniziavo ad avere un languorino e la pancia iniziava a borbottare, così andai a prender patatine e bibite per gustarmele in tranquillità.
Poi però notai una cosa rossa sul pavimento di marmo fresco.
“Qualcosa non va Lorenzo!?” mi chiese Steven
“Ehm!? Non lo so è che lì c'è una macchia rossa per terra” dissi io
“Ah non ci pensare e mangiamo quelle patatine”.
Dato che mi stavo iniziando a preoccupare chiesi a Jack, l'amico di Steven, se mi poteva prestare il telefono per chiamare i miei genitori ed avvertirli che stavo bene, ma di Jack non ce ne era più traccia.
“Dove sarà mai Jack!?” mi chiesi.
ERA SCOMPARSO!!!
Ci iniziammo a preoccupare, ma improvvisamente...
Tump Tump, tonfi sordi pieni di inquietudine stavano picchiando la porta dell'entrata della casa che fortunatamente era chiusa a chiave.
Stava iniziando ad innalzarsi una fredda paura per aria.
“Nascondiamoci sotto il letto, sbrighiamoci!” dissi io.
No! Fermo! Lì ci troverà di certo” controbatté Steven.
“E allora dove ci nascondiamo?”
”Andiamo nel bosco li non ci troverà mai”
“Va bene mi fido di te, ma usciamo dalla finestra!”
Scappammo in tempo ma in lontananza lo vedemmo: occhi scuri come l'oscurità, vestiti ridotti a brandelli e volto da psicopatico, teneva un piede di porco sul palmo destro della mano pronto a far soffrire chiunque avesse incrociato il suo cammino.
Senza farci caso ci dividemmo per due sentieri che portavano a due lati opposti quindi cercai di chiamare al telefono Steven, ma non c'era campo.
Poi udii: ”AAAHHH!! AIUTO!! MI HA PRESO!” ed io tra me e me: ”Oh no povero Steven, adesso cosa faccio?”
Stranamente c'era un buco su un albero probabilmente scavato da un picchio picchiando l'arbusto e la sua robusta corteccia.
Sembrava piccolino, ma riuscii ad entrarci dentro.
Poi all'improvviso sentii dei passi profondi allontanarsi e poi, un silenzio soffocante. Soffocante...
Che bello, bravo Lorenzo! Non ho notato quasi nessun errore, tranne un cambio di tempo sbagliato nella frase "Consapevole che ci saremo divertiti accettai". Sarebbe "Consapevole che ci saremmo divertiti accettai"